La giustizia alla Marchese del Grillo

Appena due giorni per leggere le 181 pagine di "Toghe rotte": record personale. Come previsto ho finito il libro con un'enorme voglia di bruciare il mio passaporto italiano (che proprio per questo tengo acccuratamente nascosto).
In sostanza il libro dice una cosa abbastanza banale: la Legge è uguale per tutti, ma per "qualcuno" è più uguale, vale a dire per i ricchi, i potenti, gli affiliati cioè a una qualche casta (parola che adesso va molto di moda) la Legge (cioè il Parlamento) ha creato tutto un sistema di procedure e cavilli in modo da non arrivare mai ad una condanna. Come dice chiaramente il libro, in galera ci vanno solo i poveracci. E' un cosa che si sa, ma il fatto che a dirlo e a confermarlo con una serie di esempi e di spiegazioni semplici sia un magistrato fa molto più effetto. Chi fa falsi in bilancio, chi corrompe, chi ruba soldi dello Stato (cioè i soldi degli Italiani) ha i mezzi per far durare all'infinito i suoi processi e farli arrivare alla prescrizione o comunque a ridurre la pena a una misera multa: le leggi sono tutte dalla loro parte; in galera non ci va nessuno, solo i poveracci appunto. In fondo aveva ragione il Marchese del Grillo: "Mi dispiace, ma io so' io...e voi nun siete un cazzo!".