martedì 24 febbraio 2009

Sandro Pertini

Oggi ricorre il diciannovesimo anniversario della scomparsa di Sandro Pertini, settimo Presidente della Repubblica Italiana, scomparso il 24 febbraio 1990. Prima di ricoprire la massima carica dello Stato, Pertini ha vissuto una vita che non si puo' certo dire  tranquilla: ufficiale durante la Prima Guerra Mondiale, giornalista, antifascista piu' volte manganellato dagli squadristi di Mussolini, prigioniero politico, esule in Francia (dove fece tra le altre cose il muratore e il lava-macchine), oppositore politico di ritorno in Italia, arrestato dai fascisti e incarcerato dal 1929 al 1943 (14 anni!), comandante partigiano e capo del nascente CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) a Roma nei giorni dell'armistizio, arrestato nuovamente e condannato a morte dai repubblichini di Salo' (poi evaso insieme a Saragat), dirigente del partito socialista per il CLNAI (CLN Alta Italia) a Milano, membro dell'Assemblea Costituente, deputato e Presidente della Camera dei Deputati. 
Pertini era un socialista. Pertini era amato dalla gente e amava il popolo italiano (leggendarie le sue visite commoventi ai sopravvissuti al terremoto in Irpinia o alla stazione di Bologna dopo lo scoppio della bomba). Pertini rispettava gli avversari e veniva rispettato. Pertini adorava la satira politica tanto da domandare ai vignettisti gli originali dei disegni che lo raffiguravano (come quello qui sopra, di Andrea Pazienza). Pertini era una persona onesta, fedele fino alla fine ai valori di liberta' e giustizia sociale. Forse per questo non ando' mai d'accordo con la classe politica italiana, gia' allora: non ricopri' mai incarichi di Governo e fu spesso in conflitto con i dirigenti del suo partito (non ando' mai d'accordo con Craxi) e non stava zitto (come fa Napolitano) se il Governo sbagliava (vedi i ritardi degli aiuti in Irpinia).
Io sono nato sotto la sua Presidenza e ovviamente non ho ricordi di lui, ma vedendo i documentari sulla sua vita, leggendo i suoi discorsi ci si confronta con un uomo politico di altri tempi, lontano anni luce dai loschi figuri che passano ogni girono al telegiornale con le loro dichiarazioni vomitevoli. Chi infatti, con la coscienza pulita, potrebbe scrivere frasi simili alla fine della propria carriera politica: 

"Piu' volte ho fatto il bilancio della mia vita. E tutte le volte sono arrivato a questa conclusione: se si avverasse per me il miracolo di Faust e mi fosse dato di ricominciare da capo, prenderei la stessa strada che presi ventenne nella mia Savona e la percorrerei con la fede, la volonta' e l'animo di allora, pur sapendo di doverne pagare il prezzo, lo stesso prezzo che ho pagato. Cosi', giunto al termine della mia giornata, mi volgo a guardare la strada che ho percorso e mi sembra di aver speso bene la mia vita".

Il solo pensiero di vedere un giorno Berlusconi prendere il posto che fu di Pertini mi provoca ribrezzo e rabbia.

Approfondimenti:


"Non e' necessario essere socialisti per amare Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealta' e di sincerita'. Rimpiangeremo tutto di lui".  

Indro Montanelli

3 commenti:

Isaac Dick ha detto...

E' uno dei pochi veri eroi italiani ma spesso mi chiedo come si potrebbe, oggi, solamente immaginare di seguire le sue orme.
Nella vita reale (non in quella dei blog, che hanno anche un bell'effetto placebo per sfogarsi) se finisci in carcere perdi tutto: il rispetto della famiglia che, ti asscicuro, ascolta di più i TG che quello che dici tu, quello degli amici, la solidarietà dei quali è solo una facciata, il lavoro, ecc..
Ai giorni nostri, probabilmente, Pertini vivrebbe in qualche baraccopoli di periferia e continuerebbe a fare il lavavetri. Qual'è la differenza? I falsi ideali che ci sono stati inculcati dalla fine della seconda guerra mondiale hanno gradualmente distrutto la solidarietà e l'idealismo facendoci misurare (anche a te e a me) tutto in termini di soldi e apparenza. Inoltre un tempo c'era la speranza che la fazione avversa, magari vincente in uno stato confinante, un giorno potesse avere la meglio. Oggi dove è la speranza? Nel Vaticazzo? Nel Venezuela (altra dittatura mascherata)? Nelle proteste che spaccano qualche vetrina credendo di cambiare il mondo? Anche la Francia, forse l'ultimo baluardo dello spirito di uguaglianza e fratellanza, si sta facendo corrompere lentamente dal lato oscuro (per fortuna è ancora anni luce in vantaggio rispetto all'italia). La gente, ormai, ha il cuore nero. L'altra differenza di rilievo rispetto al periodo storico di Pertini era la presenza di una guerra mondiale...

Anonimo ha detto...

E' sempre stato per me il vero riferimento sia politico che umano. Un grande uomo che ho ammirato e continuerò ad ammirare e ad indicare a coloro che, sfiduciati, più non credono nei principi di giustizia e libertà...che, da sempre - anche nei momenti più oscuri - torna a trionfare.
Bravo Carlo,ho apprezzato molto le tue riflessioni che condivido in pieno.

Rudi ha detto...

Ti ho trovato per caso, cercando un'immagine che associasse Pertini a Pazienza.

Oggi pomeriggio dalle 15.00, Radio Popolare fa un programma su Pertini, e mi intervisteranno per 5' su come Pazienza l'ha "trattato" (anni fa ho pubblicato un libro su Pazienza).

Fra poco farò un post con le cose che ho scritto e che dirò...

ciao, Rudi